Si, amo il mio cervello, quello che ogni libro specialistico bistratta e viviseziona crudamente. Ne amo il funzionamento. La folle capacità di attenzione (hyperfocus), l'occhio per i dettagli, l'intensità verso ciò che amo. Adoro la profonda connessione che mi permette con la natura che mi circonda e la creatività nei modi che ha cercato per farmi stare meglio, stare bene, in un mondo che non è strutturato per me.
Amo l'effetto calmante che sfarfallare e dondolare (stimming) ha sul mio corpo. La gioia infinita che mi nasce dentro nell'osservare l'acqua che scorre, le foglie al vento e la pioggia, oh la pioggia! Amo la profondità con cui le emozioni dell'altr* mi risuonano dentro, la mia capacità di accoglierle indipendentemente dal fatto che non ne comprenda l'origine.
Considero le mie strane espressioni facciali un'interessante variazione e sono grata che anni di esercizi allo specchio non siano bastati a liberarmene.
Mi piace la mia indifferenza verso la semplice chiacchiera, mi lascia spazio per incontrare davvero chi ho di fronte. Ringrazio l'universo per quanto coinvolta mi sento nel grande quadro di ciò che mi circonda e la pregnante coscienza della mia infinitesima ma importante responsabilità nell'avere cura degli umani che ho accanto e del luogo che abito.
Quella continua spinta al cambiamento, al migliorare, al crescere mi definisce. Ho imparato d abbracciare le difficoltà e far cooperare ogni parte di me verso l'obiettivo: una vita serena. Niente di meno, forse qualcosa di più. Lo scoprirò strada facendo.
Sono autistica. Il mio cervello è autistico, il mio sistema nervoso è autistico, e per quanto questo renda spesso estenuante esistere in un mondo pensato su misura per persone neurotipiche non farei a cambio.
Sono cresciuta facendo a pugni con l'ambiente circostante e con me stessa, senza che nessuno vedesse, nessuno aiutasse. Ed è stata più dura, più solitaria come vita di quanto avrebbe potuto essere, ma non ero sbagliata: ero diversa. Non avrei sofferto così, se non avessero provato a trasformarmi in ciò che non ero.
Sono adulta ora, mi sono costruita tutto ciò che non ho avuto. Ma ci sono un sacco di bimb* la fuori, bimb* com'ero io. Come eravamo noi.
Perciò ti prego, siediti con tua figlia autistica, tuo figlio autistico e raccontagli della loro bellezza: il mondo non gliela mostra. Fagli sapere che li ami incondizionatamente, non 'nonostante': il mondo li odia già. Rispettali, supportali, accoglili come sono: ne hanno bisogno. Ne abbiamo bisogno.
Sono autistica e sono adulta, sto imparando solo ora cosa significhi volersi bene.
Lascia che loro lo imparino ora, da te.
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